Quando sentii per la prima volta questa frase, non la compresi subito e chiesi spiegazioni.
Questa fu la risposta.
Se tuo figlio di cinque anni non sa allacciarsi le scarpe perché non hai ancora trovato il tempo di insegnarglielo, i messaggi che trasmetti, seppur con tanto amore, potrebbero essere più o meno questi:
- la vita è una corsa continua
- le cose, per essere ben fatte, le devi fare da solo
- senza che qualcuno mi aiuta, tutto rallenta
- gli altri non sono capaci
Ora immagina quel bambino come fosse una tela bianca su cui stai disegnando, con un pennarello indelebile, la fretta, il senso di inadeguatezza e il bisogno di essere sempre performante.
Che adulto diventerà?
La verità è che tutti noi siamo stati segnati da condizionamenti, piccoli o grandi, limitanti o potenzianti. Sono come tatuaggi invisibili che ci accompagnano per tutta la vita.
Ma la domanda che ci dovremmo fare è: voglio continuare a ripeterli senza metterli in discussione, oppure trasformarli in qualcosa di più utile?
Io ho scelto la seconda strada. Crescendo, ho riconosciuto nei miei automatismi le voci del passato: “Non sei capace, sei troppo piccola (sono l'ultima di cinque figli). Faccio io, che lo faccio meglio.” e via discorrendo.
Per anni li ho combattuti con rabbia, poi ho capito che c’era un’alternativa più potente: la trasformazione.
Ho scelto di cambiare prospettiva, ho imparato a ringraziare, a perdonare, a riscrivere la mia storia. Ed ecco aprirsi le porte dell'abbondanza: di libertà, di possibilità, di relazioni più felici.
Nulla rimane uguale per sempre, e la vita è insegnante in questo.
Possiamo sempre riscrivere i condizionamenti che abbiamo ereditato, e scegliere finali che ci rendano liberi, oppure no.
Ma questo è solo il mio punto di vista. E il tuo?
La mia riflessione sulla frase "Ciò in cui credi lo diventi, e lo insegni alle persone intorno a te"
è un richiamo potente alla consapevolezza di quanto le nostre convinzioni influenzino non solo
la nostra vita, ma anche quella di chi ci sta vicino.
Mi ha colpito molto l'idea che i condizionamenti siano come "tatuaggi invisibili", che portiamo
con noi, spesso senza nemmeno accorgercene. È vero, tutti noi siamo segnati da esperienze,
frasi, atteggiamenti che abbiamo assorbito nel corso degli anni, e spesso non ci rendiamo
conto di quanto stiamo ripetendo certi modelli, che ci condizionano e talvolta ci limitano.
La mia riflessione sulla trasformazione mi ha fatto pensare alla bellezza del poter scegliere, in
ogni momento della nostra vita, di cambiare direzione, di riscrivere la nostra storia. È come se,
nel farlo, avessimo la possibilità di donare a noi stessi e agli altri una versione più autentica e
libera di noi. La capacità di perdonare, di ringraziare, di riscrivere, sono davvero
porte aperte verso un'esistenza più piena e liberata dalle zavorre del passato.
Sono pienamente d’accordo quando qualcuno mi dice : la vita è un'insegnante, e a volte ci
mostra le sue lezioni nel modo più sorprendente, sfidandoci a vedere le cose da una
prospettiva nuova. Possiamo davvero riscrivere i nostri condizionamenti, scegliendo
consapevolmente quale cammino intraprendere.
Il mio punto di vista? Penso che ogni passo che facciamo verso la consapevolezza sia un atto
di amore verso noi stessi, e verso il mondo che ci circonda. E, anch'io, credo che, cambiando
la nostra percezione, possiamo trasformare ogni limite in una risorsa, ogni difficoltà in
un'opportunità.
Un grazie dal profondo del cuore per chi avrà voglia di leggere e condividere questo pensiero
così potente. È stato davvero un piacere riflettere insieme su questi temi, e mi sento ispirata a
fare dei passi concreti verso quella trasformazione descritta così bene.

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